Gli stati a cui aspiriamo sono quelli che si raggiungono nello stato di distrazione-meditazione, non nella pratica di meditazione in sé. Si crea una base stabile, si pratica costantemente, si ritirano i sensi e ci si lascia andare. Raggiungere uno stato di meditazione stabile e profondo può cambiare la vita, non in modo graduale, ma con un salto. È come avere un sogno ad occhi aperti così vivido da sembrare reale. Questo si avvicina a Vijnanamaya Kosha, l’esperienza intuitiva. Ci si può anche avvicinare ad Anandamaya Kosha, il corpo astrale, uno stato di meditazione provvisorio o permanente. I maestri raggiungono uno stato di meditazione permanente.
Questi sono salti che vanno oltre la mente. Il nostro essere è composto da diversi “kosha” o corpi: fisico (Annamaya Kosha), energetico (Pranamaya Kosha), mentale (Manomaya Kosha), intuitivo (Vijnanamaya Kosha) e di beatitudine (Anandamaya Kosha). Durante lo Yoga Nidra, ad esempio, potresti aver sentito delle rotazioni o flussi di energia sulle mani o sul corpo, quella è l’esperienza di Pranamaya Kosha, il corpo pranico. Anche l’agopuntura lavora sul corpo pranico. Un lampo di intuizione, come quello di Valentina con la madre, è un’esperienza in Vijnanamaya Kosha.
Pillola Blu o Rossa: La Scelta nello Yoga
Quello che succede fuori è impossibile da governare. La scelta è se rimanere nello stato ideologico o lavorare su di sé. È come la scelta tra la pillola blu e la pillola rossa in Matrix. La pillola rossa porta a confrontarsi con la realtà, con tutte le sue difficoltà, ma anche con la possibilità di una trasformazione profonda. Nello yoga c’è una scelta: continuare a farsi trasportare o intraprendere un lavoro interiore. Se si sceglie di lavorare su se stessi, bisogna essere costanti.
Stati di meditazione la scelta
A volte si arriva a un bivio, e certi segnali indicano la strada giusta. La vita dovrebbe prendere una piega armoniosa, anche se non ci si salva dalle difficoltà. Stare nel mondo materiale senza aspettarsi queste esperienze è una scelta valida, ma lo yoga è un’azione coraggiosa con se stessi. Nessuno ti obbliga a praticare, è una tua scelta. Gli effetti pratici? Andare a Hong Kong e godersi il momento senza farsi condizionare. Cominciare a decondizionarsi, a togliere le condizioni che ci limitano, per essere più se stessi. L’ego è quello che mette i dubbi e le scuse. Ma l’umiltà è vivere il momento presente senza farsi condizionare. Essere felici di essere qui e ora, senza preoccupazioni. Stare nell’adesso è fondamentale, ma come si fa? La mente è piena di pensieri. Il salto avviene quando inizi a dire a te stesso: “Io non sono questi pensieri”.
E’ importante non agganciare aspettative ai cambiamenti che avvengono in sé stessi, altrimenti si ricade nell’ego. L’esercizio è lasciar scorrere. La Sadhana è una palestra per la mente. La mente ti segue ovunque vai, quindi è un lavoro interiore di stabilizzazione. Anche in giornate difficili, la pratica aiuta a stabilizzare. È come lavarsi i denti, una pratica costante per curare la mente. Il corpo diventa un tempio. Scrivere aiuta a fissare i pensieri.
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